domenica 3 febbraio 2013

Ignavia tricolore



Da una parte, in Russia, la Duma si è espressa positivamente e ha approvato con voto di larga maggioranza un decreto legge che impone a tutti i cittadini della fredda Russia il divieto a far “propaganda” sul tema dell’omosessualità.
Fonte: http://www.gettyimages.it
Sarà quindi vietato esprimersi positivamente nei confronti degli omosessuali, rischio multa fino a 15.000 €, e non solo, sarà possibile bloccare preventivamente tutti gli eventi più o meno culturali a rischio di “propaganda” omosessuale.

E’ con la scusa del “problema demografico” che Putin ha deciso di avallare questo decreto legge spazzatura che non condanna l’omosessuale in quanto tale ma lo ghettizza non tra muri fisici di mattoni o cemento ma all’interno di mura ancora più difficili da scavalcare, quelle del pregiudizio e dell’ignoranza popolare. Una vergogna per il 2013.
Dall’altra parte, più vicino ai nostri confini, in Francia, Jean-Marc Ayrault, primo ministro francese, ha dichiarato che «Nel primo semestre 2013, il diritto al matrimonio e all'adozione sarà aperto a tutte le coppie, senza discriminazione». Un passo avanti per i francesi che si affiancheranno a molti altri stati che intelligentemente hanno saputo trovare il coraggio di affrontare le tematiche del presente in modo coerente e lungimirante.
Al centro, nella patria della pizza, due forze: una è l’Italia politica, figlia dell’ignavia, a far finta di niente, l’altra è l’Italia Vaticana a spararle grosse, anche più grandi di Putin, con il cardinal Bagnasco che si esprime sull’argomento lapidariamente; l’Italia “non deve prendere esempio da queste situazioni che hanno esiti estremamente pericolosi. Non seguiamone le orme” e ancora “siamo vicino al baratro”.
Non voglio entrare nel merito della correttezza o meno dell’accettazione dell’omosessualità, è una battaglia che non andrebbe nemmeno intrapresa. Siamo nel 2013, svegliamoci.
Voglio soffermarmi sull’argomento collaterale, lo schieramento della popolazione. Un dato emerge nitidamente da questa vicenda. Per i due i paesi (Russia e Francia) possiamo riscontrare una comune presa di posizione, non solo nella tribuna politica, infatti può del 60% della popolazione è d’accordo, a ragione o a torto, con la decisione presa dalla classe politica locale. Qui in Italia, degni popolatori del terzo canto dell'inferno, non vogliamo nemmeno interessarci all’argomento; lasciamo che sia la chiesa a decidere per noi e per i nostri politici. Così è più facile. Se va bene saliamo sul carro dei vincitori tutti belli e profumati, se va male, “Ah, ma io lo sapevo che…” “…Non mi sono mai piaciuti…” si sprecano le parole di distanze. Non vogliamo mai mettere la faccia davanti a niente.
Aspettiamo che venga matura.
Prima o poi allora potremo vantarcene pure noi.

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