O meglio, ciò che di bello la nostra città riesce ad
offrire.
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Il comune di Milano mi ha
piacevolmente stupito con l’iniziativa proposta pochi giorni fa attraverso il sito
internet www.comune.milano.it dal simpatico titolo: “Indovina chi ti porto a cena”
Si tratta di una lodevole proposta di offrire un po del
proprio tempo e delle proprie capacità culinarie a chi di tempo ne ha tanto ma
non ha nessuno con cui condividerlo.
Ogni volontario metterà a disposizione una delle sue sere e la sua
abilità nel preparare una cena ad un anziano bisognoso di compagnia, mangeranno
e chiacchiereranno insieme.
Ritengo che l’iniziativa sia interessante per diversi motivi
sia sociali che educativi. Il primo e facilmente riscontrabile aspetto è dato
dalla compagnia che si può offrire; riempire con la propria presenza la casa di
una persona anziana sola anche se per un giorno soltanto migliorerà certamente
la qualità della vita dell’anziano.
In secondo luogo questa iniziativa porta al cuoco (dilettante
o professionista che sia) una possibilità di confronto con una realtà, quella
dell’anziano, che difficilmente si conosce. Quante volte incrociamo lo sguardo
di persone anziane, andando a lavoro, al supermercato o addirittura all’interno
del nostro palazzo? Ci siamo mai fermati ad ascoltare quello che hanno da dire?
Loro sono i nonni di tutti noi e portano sulle spalle un bagaglio di conoscenze
che neanche immaginiamo. Ascoltare i
loro discorsi a volte ripetuti mille volte può apparire noioso ma è importante
capire e saper apprendere il loro modo di vedere il mondo, per quanto strano ci
può sembrare li ha portati a essere ancora qui a raccontarlo avendo vissuto in
anni in cui si tirava davvero la cinghia per finire la settimana con il cibo in
tavola.
Un terzo aspetto è dato dal risvolto culturale che può
portare questa iniziativa. Viviamo sempre più chiusi in noi stessi, ci interfacciamo
solo con le nostre esigenze e il nostro egoismo civico cresce anno dopo
anno. Questa iniziativa ci porta ad
aprirci in un servizio volontario verso un estraneo, che per di più non ci ha
chiesto niente. Puro altruismo e senso civico. E’ un piccolo gesto di civiltà
che se allargato a tutto il vicinato, alla zona o addirittura a tutti i
cittadini della grande Milano può cambiare di certo le cose.
Non importa in definitiva se andremo a cucinare davvero per
il vecchietto, cosa che peraltro consiglio di fare a tutti coloro che se la
sentono, ciò che conta è iniziare a vedere nell’altro un amico e non una figura
ostile. Salutiamo i vicini quando li incontriamo per le scale o per strada.
Scambiamo due parole con la vecchietta che ci “frega” il posto a sedere sull’autobus,
renderemo più bella la nostra giornata e la nostra città.
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